sabato 21 maggio 2011

"Il mondo con i miei occhi": un libro di Beniamina Callipari

Copertina de "Il mondo con i miei occhi" di B. Callipari
Stephen Shore, nel suo "Lezione di fotografia", del quale potete trovare una recensione su Imago Books, espone il concetto di "immagine mentale". Secondo Shore, "le immagini esistono su un piano mentale che può coincidere con quello descrittivo - quello che l'immagine ritrae - ma che non lo riflette. Il piano mentale elabora, rifinisce e arricchisce le nostre percezioni del piano descrittivo. Il piano mentale di una fotografia fornisce un contesto all'immagine mentale che costruiamo della (e per la) fotografia stessa"(*).
In realtà le teorizzazioni di Shore vanno collocate nel contesto specifico della lettura delle immagini fotografiche, della cui natura l'autore si occupa nel libro, ma il concetto di "immagine mentale" è la prima cosa che mi è venuta in mente allorchè ho appreso del libro di Beniamina Callipari: "Il mondo con i miei occhi", edito da Aletti Editore.

Come spiega la stessa autrice, in questo libro è contenuta una raccolta di poesie, scritte nell'arco di quattro anni, nelle quali ella ha tentato di riversare le reazioni suscitate in lei dal contatto con il mondo, soffermandosi dapprima sugli asptti controversi della società, che l'aggrediscono come un cancro, e successivamente abbandonandosi all'esternazione dei propri sentimenti. 
Il riferimento a Shore appare dunque evidente nella misura in cui Beniamina ha conferito, come tutti i poeti e gli scrittori d'altra parte, un piano materiale e descrittivo all'immagine mentale delle situazioni descritte nei suoi versi.  In realtà lo scostamento con la teoria dell'immagine mentale è ancora maggiore, se si considera che il piano mentale è, secondo Shore, evocato da una fotografia e non già riversato in essa, ma a mio avviso è valida anche l'equazione contraria, con in più il fatto che, leggendo i versi, si viene a creare nel lettore un nuovo piano mentale, necessariamente differente da quello dell'autrice.

Inoltre il verso è maggiormente vicino all'atto fotografico puro di quanto lo sia la prosa: questa infatti, pur ontologicamente descrittiva, necessità di un approccio più lungo, va letta insomma, laddove il verso, specie se contratto, è in grado di esprimere in modo conciso una molteplicità di elementi. In realtà la relazione tra verbo scritto e immagine è molto più complessa di tutto questo, ma ciò che è certo è che la Fotografia come il testo scritto sono strumenti di comunicazione.

Leggiamo dunque, le poesie e le fotografie, e scopriamo le nostre immagini mentali.

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