domenica 6 febbraio 2011

Sta "svanendo" anche la fotografia

"Fading Away" di Henry Peach Robinson (1858)
Sono passati 153 anni da quando Henry Peach Robinson pubblicò "Fading Away", immagine frutto della stampa sullo stesso foglio di 5 negativi, producendo quello che è, a tutti gli effetti, uno dei primi e più noti fotomontaggi della storia della fotografia. Fading Away fu un'immagine molto nota anche per l'estremo clamore e l'ondata di critiche che procurò a Robinson, dal momento che ritrae una ragazza morente (probabilmente di tubercolosi).
Ma quella almeno era una "vera" fotografia, e il surplus di critche che piovvero su Robinson, allorché nel 1860 svelò il procedimento del fotomontaggio, era per lo meno costruito su qualcosa di concreto! Oggi invece si fa il processo ad una immagine che neanche esiste! Ma andiamo con ordine.

Da ciò che si evince da alcune fonti on line, sta circolando la voce che sul mercato del gossip stiano circolando alcune foto del Cavaliere nudo, attorniato da ragazze. I dettagli della storia li potete leggere qui, ma quello che mi preme sottolineare è afferente alla reazione del pool di avvocati che difendono Berlusconi, che ha effetti diretti sulla Fotografia.

"Si deve osservare - sottolineano  Niccolò ghedini e Piero Longo - che se davvero fossero state offerte ai giornali foto siffatte sarebbero da ritenersi sicuramente e palesemente false non essendo possibile che Berlusconi si sia mai trovato in situazioni del genere". Per questo i legali hanno presentato denuncia contro ignoti.

Qualcuno si starà chiedendo cosa centra tutto questo con la fotografia; ebbene, la risposta è piuttosto semplice: di fronte al terrore generato da una fotografia che, non solo non è ancora uscita, ma la cui esistenza è stata smentita anche dalla procura (ed è quindi dubbia), viene presentata una denuncia contro ignoti, accompagnata da varie diffide a pubblicare un qualcosa che, "se c'è è sicuramente un fotomontaggio".

Un comportamento del genere equivale ad una assolutamente malcelata conferma dell'esistenza di fotografie di questo tipo, perchè altrimenti non si comprende questa denuncia anticipata per qualcosa che si è certi che non esista. Insomma, se il Cavaliere è certo del tenore assolutamente sobrio e distinto delle cene e serate presso le sue innumerevoli residenze (da Arcore a Palazzo Grazioli e via discorrendo), sarà anche assolutamente certo di essersi sempre presentato vestito di fronte ai suoi onorabili ospiti, quindi sa che una fotografia autentica di quel tipo non può esistere. E invece si presenta una denuncia, per l'ipotetico caso che una "immagine" simile dovesse venir fuori, perchè sarebbe sicuramente un fotomontaggio. Ma fotomontaggi simili potrebbero esistere già da tempo, dal momento che chiunque è ormai in grado di fare fotografie anche con cellulari (che dato l'altolocato ambiente non saranno mai inferiori ad un Iphone4 con relativa, discreta, qualità immagine), compresi gli ospiti del Cavaliere. Perché allora la difesa di Berlusconi si punge proprio ora, presentando perfino una denuncia?

Ma al di là di queste considerazioni, quello che è davvero preoccupante è la reazione di fronte al terrore che genera il noema barthesiano della fotografia. Il valore probatorio di un'immagine è tale da manifestarsi anche senza l'immagine! Sarà per questo che si moltiplicano come i "Gremlins" i divieti di effettuare riprese e fotografie un pò ovunque? Sarà per questo che, praticamente ogni volta, che esco con la fotocamera al collo vengo guardato come un potenziale pericolo per qualuno o qualcosa?

Il potere della fotografia ha colpito anche il "povero" Fabrizio Corona, che ha subìto una effrazione del suo studio a Milano da parte di ignoti che, tralasciando valori e denaro, hanno portato via il suo archivio fotografico e un Hard Disk; a detta sua cercavano le foto del Cavaliere nudo, pare infatti che nell'ultimo periodo fioccassero le telefonate per chiedergli se ne fosse o meno in possesso.

Forse è il caso di ribadire che PHOTOGRAPHY IS NOT A CRIME!

3 commenti:

francesco peluso ha detto...

Come ho già detto nel blog di Sandro Iovine non è la fotografia fine a se stessa che fa paura ma la sua (trasformata in digitale) fruibilità, il suo correre veloce sulla rete e il suo uso nei vari media.
Ma soprattutto, grazie a questa facilità estrema di veicolamento intrinseca della tecnologia digitale, del suo impatto sui cuori e nelle menti della gente.
Non dimentichiamo che le ultime "quasi rivoluzioni" (vedi Iran e Egitto) adesso sono state organizzate anche grazie al passa parola digitale.
La fotografia come una moderna strega.
Va bruciata.
E paradossalmente per una fotografia, prima ancora di mostrarsi, come in questo caso.

Stelassa ha detto...

Ti segnalo un approfondimento sul tema, dal blog di Smargiassi:

http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2011/02/06/il-mito-della-foto-che-inchioda/

Giancarlo Parisi ha detto...

Effettivamente il link è molto interessante stelassa, l'analisi di Smargiassi è lucida e terribile.
A Francesco:
quello che dici è vero, ma dovremmo opporci a questa "caccia alle streghe", con ogni mezzo a nostra disposizione.
Non trovi?