giovedì 30 dicembre 2010

Mezzi o Feticci fotografici?




Oggi si chiude l'ultimo laboratorio del mondo che ancora sviluppava il Kodachrome, leggendaria pellicola per diapositive che vide la luce nel 1935 e la cui produzione cessa nel 2009. Si trattava di una pellicola particolare, molto usata dalla maggior parte dei fotografi impegnati e dei fotoamatori di tutto il mondo, per via dell'eccezionale resa cromatica e delle finezza dei dettagli. La particolarità di questa pellicola consisteva, in parole povere, nel fatto che la ripresa avveniva in bianco e nero, mentre l'aggiunta dei coloranti avveniva successivamente, nella fase di sviluppo (che pertanto era molto complesso e costoso). Il risultato era strabiliante per l'epoca, ma anche per i giorni nostri, tant'è che nessun'altra emulsione, ne ha eguagliato i risultati.
I costi di produzione e di sviluppo hanno però portato l'utenza verso altre soluzioni, più economiche e dalla qualità comunque elevata, cosicchè la produzione oggi cessa perchè non più economicamente sostenibile.

Questo evento mi induce ad una riflessione, complice anche la visione di Quark questa sera, una delle poche sere in cui la televisione è riuscita a tenermi in soggiorno dopo cena (di solito mi annoia). Nel documentario di questa sera si narrava delle vicende delle peripezie di Sir Ernest Henry Shackleton e della sua ciurma a bordo dell'Endurance

L'avventura/disavventura della ciurma di Shackleton è stata pressochè totalmente documentata dal fotografo ufficiale della "Imperial Trans-Antarctic Expedition", il Sig. Frank Hurley

Hurley documentò tutto mediante fotografie e filmati, realizzati con apparecchi pesanti, scomodi e antiestetici, del tutto diversi da quei concentrati di tecnologia che oggi ci vengono propinati in sovrabbondanza nei vari centri commerciali, come "prodotti multimediali". Eppure si trattava della migliore tecnologia di cui la fotografia poteva disporre all'epoca (siamo nel 1914, n.d.r.).

Qual'è il nesso tra la dismissione del Kodachrome e la spedizione dell' Endurance? La Fotografia! Più precisamente l'utilizzo dei mezzi fotografici offerti dalla tecnologia al fine di narrare, documentare, raccogliere testimonianze da offrire alla storia. Un utilizzo dunque che mai dovrebbe essere soltanto fine a se stesso o alla mera ostensione di un orpello tecnico/tecnologico ridotto a feticcio.
L'interruzione delle produzione prima (2009) e del trattamento di sviluppo poi (oggi, 30 dicembre 2010) è stata celebrata come un funerale. Come se si trattasse della scomparsa dell'unico vero mezzo per fare fotografia. Addirittura Dwayne’s Photo Service sta commercializzando la maglietta commemorativa.
Insomma, la fotografia non è morta, sta soltando cambiando il modo di realizzarla, è la scomparsa del kodachrome non è che un atto dovuto in nome del progresso. D'altra parte, se nessuno la comprava più, ciò che ha determinato l'interruzione della produzione, vuol dire che non era poi così indispensabile.

Dal Sig. Hurley dovremmo imparare che i mezzi "servono" a qualcosa, che non può ridursi ad un mero feticismo per il mezzo. E questo qualcosa può essere la documentazione di una grande impresa storica, ma anche, più semplicemente, il nostro album di famiglia, che nel suo piccolo è un tesoro inestimabile per le generazioni future..


1 commento:

sandroiovine ha detto...

Mi trovi completamente d'accordo con la tua lettura dell'utilizzo della fotografia. Trovo sinceramente ridicolo quel rimpianto portato agli estremi cui, complice la maggioranza dei miei colleghi, si arriva ogni qual volta ci si trova di fronte a un cambio di tecnologia grande o piccolo che sia. Sembra ogni volta che la fotografia, ovvero la produzioni di immagini, sia finita. È accaduto con l'introduzione degli esposimetri nelle fotocamere (... perché l'esposizione si deve calcolare a occhio se non sei un vero fotografo), È accaduto quando hanno introdotto i primi sistemi di esposizione EE (... perché l'esposizione non la può impostare la macchina con il suo Electronic Eye se non sei un vero fotografo). È accaduto con l'introduzione dell'autofocus (... perché se non metti nemmeno a fuoco non sei un vero fotografo). È accaduto con l'ingresso della tecnologia digitale (... perché se non scatti su pellicola se non sei un vero fotografo, anzi non è proprio fotografia!).
Possibile che la storia recente (perché potrei continuare con gli aneddoti di mio padre sull'introduzione dei telemetro e non cambierebbe niente nella narrazione) non ci abbia insegnato che queste cose tecno-nostalgie sono inutili e anche un po' ridicole?
Proviamo a pensare un po' di più perché produciamo immagini, invece che a con che cosa le produciamo.
Sandro Iovine